Da piccolo salivo su per quella scala strettissima ed altissima appoggiata ad un muro di casa.
Era così lunga da non poter essere messa da nessun’altra parte e quindi veniva lasciata là tutto l’anno.
Mio nonno ‘Ciccill’ e mia nonna ‘Peppinella‘ mi facevano pigiare l’uva con i piedi nella tinozza.
Un ricordo lontano e un po’ sbiadito ma, ancora presente, che mi riporta alla mente quella strana sensazione che procuravano i raspi a quei piedi di bimbo.
Era già allora una tradizione contadina che svaniva in lontani ricordi di famiglia.
Da ingegnere, ritornato alla campagna, affezionato alla terra perché memore di un amore inculcato sin da piccolo da mio padre, ho voluto riprende una parte della tradizione contadina di famiglia, la più antica, la più identitaria perché ancora viva tutt’oggi nelle alberate che come “giganti vestiti di verde sovrastano ancora i campi di queste terre fertili”.
Avvicinarsi alla terra con una mente allenata alla logica mi ha portato a riguardare il passato con metodi e strumenti moderni.
Il MARCHIO che nelle linee riprende una ‘Pittura parietale di area pompeiana’ Amorini vendemmiatori. Pittura parietali, Area pompeiana, 79 d.C. Museo Archeologico Nazionale, Napoli, ri-stilizzata .
Il BIOLOGICO, Antico, allora ottenuto semplicemente lavorando la terra ed accudendo le piante ed i frutti col lavoro manuale e degli animali, senza le complicazioni della chimica; Moderno, ora seguendo disciplinari e metodi culturali ………
Miscelare insieme il passato ed il Moderno, la Tecnologia con l’Esperienza, fondere insieme il Gusto, la Storia, l’Arte, i Sapori…… è questo che mi sono prefissato reimpiantando il vitigno Asprinio in quelle terre che erano di mio padre ed ancor prima di mio nonno e dei miei avi…… terre fertili vogliose di donare la loro forza e la loro anima al Latte di Afrodite..
(DANTE) Vedi il calor del sol che si fa vino, Dentro l’umor che dalla vite cola.
L’Azienda diventa vinicola e si prefigge come obiettivo la produzione di Vino e Spumante di Asprinio, Unico e Tipico di questi territori. Uno spumante ottenuto da uve biologiche, lavorato e conservato in grotte scavate nel tufo che nel gusto e nei profumi racchiude e trasmette la sua storia, l’arte e la storia antica di questi luoghi.
Miscelare insieme il passato ed il Moderno, la Tecnologia con l’Esperienza, fondere insieme il Gusto, la Storia, l’Arte, i Sapori…… è questo che mi sono prefissato reimpiantando il vitigno Asprinio in quelle terre che erano di mio padre ed ancor prima di mio nonno e dei miei avi…… terre fertili vogliose di donare la loro forza e la loro anima a quel “LATTE DI AFRODITE” tanto apprezzato dagli antichi che hanno percorso queste terre..
Affezionato alla terra perché memore di un amore inculcato sin da piccolo da mio padre e dai miei nonni, ho voluto riprende una parte della tradizione contadina di famiglia, la più antica, la più idenditaria perché ancora viva tutt’oggi nel nostro territorio.
Avvicinarsi alla terra con una mente allenata alla logica mi ha portato a riguardare il passato con metodi e strumenti moderni.
Ho impiantato 2ha di Asprino D’Aversa DOC nel Comune di CASAL DI PRINCIPE, uno dei Comuni della terra dei fuochi, che in realtà è TERRA FERTILE E BUONA, ed ho intrapreso la scelta del BIOLOGICO per dimostrare che qui è possibile e per prospettive di mercato future.
Il biologico viene perseguito seguendo quello che impone il disciplinare e viene verificato e controllato dall’Ente certificatore AgriBioCert e contemporaneamente l’azienda aderisce alla campagna di Campania Sicura con QRCODE Campania.
L’azienda si prefigge la produzione di SPUMANTE DOP BIOLOGICO, l’ottimizzazione dei processi necessari alla sua produzione e la Valorizzazione di tutti i sottoprodotti per creare “Micro Aziende nell’Azienda” capaci di avviare un MOTORE ECONOMICO LOCALE Prendendo dal Passato ma Muovendosi nel Futuro.
Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, in un territorio naturalmente vocato all’agricoltura ed in particolare in uno dei 21 Comuni riconosciuti per il DOC Asprinio D’Aversa, vino ottimo decantato a partire già dal ‘500 da SANTE LANCERIO (bottigliere del Papa Paolo III Farnese) e poi da Paolo Monelli, Mario Soldati e Luigi Veronelli….., ho intrapreso la coltivazione del vitigno utilizzando però metodi moderni, in particolare ho scelto la forma di allevamento a Gujot con pali in ferro che permettono anche la meccanizzazione di alcune fasi di lavorazioni
Il passo successivo è quello della trasformazione dell’uva, l’intero frutto, in una serie di prodotti biologici.Il prodotto principe sarà certamente lo Spumante, che realizzato da uve bio avrà già in questo una singolarità che lo contraddistinguerà su un mercato affollato. |
Altro prodotto importante sarà la marmellata d’uva bio senza zuccheri aggiunti nelle due varianti Con e Senza Vinaccioli.
Dai sottoprodotti, le vinacce, si ricaveranno invece: